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Le stagioni blu. L’opera di Wang Wei pittore e poeta

16.50

Autore: Wang Wei
Traduttore: L. Bonomi
Editore: Luni
Anno di pubblicazione: 1994
Lingua: italiano
Pagine: 318
ISBN:9788879840200
Formato: brossura

Disponibile

Prezzo più basso precedente: 16.50.

COD: VAR076 Categoria: Tag: ,

Descrizione

Le stagioni blu. L’opera di Wang Wei pittore e poeta

Wang Wei(701-761 d.C.) è considerato, insieme a Li Bo e Du Fu, uno dei massimi poeti cinesi; le poesie vengono qui tradotte e raccolte nella loro totalità per la prima volta in lingua occidentale, da Patrick Carré.

Appartengono alla raccolta anche due prose: la Lettera dalla montagna a Pei Di, pervasa d’afflato lirico, e II Segreto della Pittura, in cui viene espressa l’essenza della pittura paesaggistica a inchiostro, detta del Sud, di cui Wang Wei fu l’iniziatore e il maestro. Benché la sua opera pittorica non ci sia pervenuta egli tuttavia è conside­rato il massimo pittore cinese, ideatore di quella scuola pittorica che considerava il colore come se­condario, mettendo al primo posto la «sintetica trasposizione» e graduando le tonalità ottenibili con l’inchiostro nero. È tramite le sue poesie che possiamo farci un’idea della sensibilità artistica di Wang Wei poiché, come dice Su Dongpo «le sue poesie erano quadrie i suoi quadri poesie».

Wang Wei ebbe una percezione assoluta della natura: nel­le sue poesie, che sono paesaggi del cuore, egli riu­scì a esaltare l’intima adesione tra il «sentire» la na­tura e le emozioni da essa suscitate nel suo cuore di poeta. Tutta la sua opera è pervasa dal dilemma tra il riti­rarsi sulla montagna, inteso non come fuga ma co­me distacco dalle cose terrene per una ricerca di sé, della propria integrità nella vacuità del tutto, se­condo la dottrina chan (zen) cui il poeta fu iniziato dalla più tenera età, e l’impegno civile.
Wang Wei infatti per buona parte della sua vita ricoprì incari­chi a corte, subendo le alterne vicende di questa, e in alcune poesie ci offre uno spaccato della vita e delle cerimonie di corte della Cina classica d’epoca Tang (618-905 d.C.), quando la funzione civilizza­trice dell’Impero era in espansione verso la barba­rie d’Occidente e stabiliva contatti col Giappone.

Se le poesie paesaggistiche rendono Wang Wei poeta universale, quelle di corte, per 1 continui ri­ferimenti a un mondo particolare, richiedono un commento che il traduttore Patrick Carré inseri­sce, basandosi sull’edizione d’epoca Qing dell’opera di Wang Wei redatta dal commentatore Zhao Qiancheng, come un testo nel testo, fornen­do una piccola enciclopedia di aneddoti della Cina dell’epoca.

Dice Carré nella sua introduzione: «…La lingua di Wang Wei, al di là della sua sem­plicità, non è di quelle che si padroneggiano al mi­nimo sforzo. Che dire di questa poesia la cui sotti­gliezza scoraggia il commento?

Che essa esprime il mistero d’uno spazio che è per antonomasia quello del paesaggio cinese… ch’essa fa cantare montagne e brume, alberi e rocce, torrenti e fiumi… ch’essa emana una sottile tristezza che si compiace volen­tieri della sua amarezza… ch’essa innalza l’inno­cente lettore ai vertici d’un piacere infinitamente raro e malgrado ciò infinitamente intenso… In breve, ch’essa rappresenta la quintessenza dell’im­maginario cinese: una maniera’ discreta e meravi­gliosamente efficace di giocare d’astuzia con l’indi­cibile».

E ora, lasciamo parlare il poeta.

Informazioni aggiuntive

Peso0.520 kg
Dimensioni21 × 14.3 × 2.3 cm
Collana

Le vie dell'armonia. Racconti e poesie